Grecia. Nonostante ripetuti aiuti che sono andati ad ingrossare le tasche degli investitori in titoli greci (soprattutto tedeschi), la nazione ellenica è ancora in crisi.
La ripresa non c’è e a luglio scade un’importante pacchetto di obbligazioni che la Grecia deve rimborsare. Eh si. Proprio così. La Grecia chiede altri aiuti per poter pagare gli obbligazionisti. In queste ore i ministri delle Finanze Europei si stanno riunendo per decidere il da farsi. Ma la fretta non è dovuta alla volontà di risanare e far ripartire la nazione ellenica bensì quella di garantire la liquidità per gli obbligazionisti.
La crisi mai risolta della Grecia
Come già detto in un precedente articolo sul blog, la Grecia, è rimasta in una situazione di crisi assoluta. Invece di incentivare la crescita, la liquidità aggiuntiva di ben 85 miliardi di euro, serve solamente a pagare gli obbligazionisti.
L’austerità imposta al governo Tsipras è pesantissima. Ad oggi, la Troika chiede ulteriori tagli, soprattutto alle pensioni, per poter ottenere i finanziamenti europei. La Grecia è un malato terminale e la sua crisi è lontana dal risolversi. Con un debito pari al 180 per cento del PIl, la nazione di Socrate è paurosamente sull’orlo del baratro. E’ stata messa in ginocchio dall’austerità, dai tagli alle pensioni e dalle privatizzazioni (che guarda caso, per la maggiore sono andate ad imprese tedesche ndr). Tutto questo però non basta vengono chieste ulteriori misure di austerità.
Ed è per questo che Tsipras ha minacciato le dimissioni giocando sul fatto che, in Germania, Francia e Olanda ci sono le elezioni politiche. Una questione greca all’apice dall’esplodere non garantirebbe la frenata dei partiti populisti.
Ed è per questo che in queste ore, c’è fretta per chiudere un accordo che garantisca investitori e tenuta del governo greco. Di striscio poi un’eventuale crescita dell’occupazione in Grecia non è sul tavolo di lavoro né del governo e né della conferenza dei ministri delle finanze europee.
Garantirsi un preaccordo servirebbe ai debitori di tornare in Grecia per decidere come erogare gli aiuti e consentire ai leader europee di non dover giustificare la disfatta ellenica.
Quindi i cittadini greci possono stare tranquilli. A loro continuerà a non pensarci nessuno.